Estratto Fluido di Escolzia
Costituenti chimici: alcaloidi isochinolinici, protopina, californidina, criptopina, barberina, chelidonina, flavonoidi , carotenoidi, fitosteroli
Nome famiglia: Papaveraceae
Solvente di estrazione: acqua, etanolo
Aspetto: liquido
Odore: caratteristico
Colore: marrone
pH 5.0 - 6.0
Info packaging: Bottiglia di vetro ambrata per schermare il prodotto dalla luce, tappo a vite e contagocce in plastica. Abbiamo scelto un imballaggio essenziale, riciclabile al 100% in base alle disposizioni del tuo Comune.
Conservazione: conservare il flacone ad una temperatura inferiore ai 25°C, in un luogo fresco e asciutto.
Utilizzo in breve: assumere la sera prima del riposo notturno o all'occorrenza, in una o più somministrazioni giornaliere.
Proprietà in breve: sedative ed ansiolitiche, favorisce il sonno, allevia gli stati di ansia, stress ed agitazione, contribuisce al rilassamento muscolare e agisce contro i disturbi legati allo stress.
Controindicazioni in breve: non assumere in gravidanza o allattamento; evitare in caso di ipotensione, brachicardia e malattie cardiocircolatorie. L’estratto non va somministrato in caso si assumano farmaci sedativi, ansiolitici o tranquillanti.
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L’estratto fluido di escolzia è un preparato idroalcolico ad uso alimentare che si ottiene dalla macerazione della pianta Eschscholtzia californica in una soluzione costituita da alcol etilico ed acqua.
L’escolzia californica è conosciuta anche come “Papavero della California” sia perché appartiene alla stessa famiglia del papavero sia perché le sue origini risalgono proprio a quest’area degli Stati Uniti; si tratta di una pianta a cui sono attribuite capacità sedative, analgesiche, ansiolitiche ed antispasmodiche e per questo utilizzata nei preparati omeopatici o farmaceutici come coadiuvante di alcuni disturbi quali insonnia, tensioni da stress, ansia e mal di testa.
L’estratto fluido di escolzia viene ricavato selezionando le parti aree della pianta in cui si concentrano i maggiori principi attivi; tali composti vengono fatti poi macerare in alcool, un solvente che consente di estrarre quasi intatto l’intero fitocomplesso della pianta e di fungere allo stesso tempo da conservante. L’etanolo viene poi eliminato fino ad una certa percentuale, ottenendo così un estratto fluido con gradazione alcolica di 32° e con un rapporto di 1:1. Ciò indica che da una certa quantità di droga, viene ricavata la stessa quantità di estratto: ad esempio da 500 g di escolzia, vengono ricavati 500 g di estratto fluido, il che significa che il preparato finale racchiude pressoché la stessa quantità di principi attivi presenti nella pianta prima della lavorazione.
In particolare l’escolzia, più precisamente le parti aeree come il fiore e lo stelo, è una pianta ricca di alcaloidi (presenti in misura dello 0,5% circa), flavonoidi, carotenoidi e fitosteroli che sono composti dalle interessanti proprietà sedative, spasmolitiche, analgesiche ed ipnoinducenti (inducono il sonno). In realtà sono principalmente gli alcaloidi ad aver dimostrato maggiori capacità sedative e calmanti sul sistema nervoso e sull’attività cardiaca, rendendo l’escolzia uno dei rimedi fitoterapici più impiegati per il trattamento di diversi disturbi legati principalmente allo stress, all’ansia e alla difficoltà ad addormentarsi.
L’insieme degli alcaloidi è principalmente composto da barberina e californidina, ovvero alcaloidi con azione sedativa ed ansiolitica, a cui si associano la protopina con attività rilassante ed antispastica, la criptopina che contribuendo a rallentare i battiti cardiaci ha un effetto calmante, e la chelidonina che agisce invece principalmente sul sistema gastroenterico, riducendo spasmi e dolori del tratto intestinale, spesso associati a tensioni, stress e nervosismo.
L’estratto fluido di escolzia concentra pertanto tutti i benefici ascritti a questa pianta e può essere impiegato come ottimo coadiuvante nel trattamento di disturbi tipicamente collegati allo stress e all’agitazione, come insonnia o risvegli notturni frequenti, irritabilità protratta nel tempo, crampi gastrointestinali che hanno origine nervosa, sbalzi di umore, mal di testa legato alle tensioni, nervosismo e melanconia.
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L’estratto fluido di escolzia sfrutta l’elevata presenza di alcaloidi che sono contenuti nelle parti aeree della pianta, per apportare numerosi benefici soprattutto sul sistema nervoso centrale; agisce infatti sul bilanciamento delle emozioni, fungendo da calmante e rilassante naturale nei periodi di maggiore stress psicofisico.
Contribuisce ad alleviare le tensioni e ridurre l’ansia accumulate durante il giorno, sia negli adulti che nei bambini, favorendo di conseguenza anche un buon riposo notturno, senza effetti narcotizzanti; allo stesso tempo è usata per trattare molti disturbi psicosomatici e di origine nervosa che possono colpire l’apparato gastrointestinale o i muscoli, causando dolori e tensioni diffusi in tutto il corpo. Usato anche in caso di agitazione, irrequietezza, difficoltà a rilassarsi, ansia, palpitazioni e cambiamenti di umore, l’estratto fluido di escolzia è utile come coadiuvante per:
Disturbi del sonno: L’escolzia è nota nella medicina popolare soprattutto per le proprietà sedative e soporifere (non narcotizzanti) dovute agli alcaloidi e per questo viene utilizzata principalmente nel trattamento dei disturbi del sonno; la sua assunzione infatti va a diminuire i tempi di addormentamento, favorendo un riposo costante e di qualità, senza risvegli improvvisi. Per sfruttare questa caratteristica, si consiglia di assumere l’estratto fluido di escolzia circa mezz’ora prima di mettersi a letto.
Stress ed agitazione: Il suo consumo viene anche raccomandato nei periodi di forte stress, come ansiolitico e calmante, per trattare una serie di disturbi che possono generarsi quando si è particolarmente agitati; essa infatti agisce positivamente sui disturbi di natura psicosomatica come mal di testa da stress, crampi e dolori gastrointestinali, asma, tosse spasmodica, ansia, depressione e crampi notturni scatenati da tensioni accumulate durante la giornata.
Tensioni e dolori muscolari da stress: La presenza di alcaloidi agisce anche sull’attività cardiaca, portando ad un abbassamento dei livelli pressori e ad un conseguente rilassamento delle tensioni muscolari, per questo l’escolzia può essere usata come antispasmodico in presenza di dolori come mal di schiena, sciatica, nevralgie o emicrania di origine nervosa oppure in presenza di disautonomia (o distonia) degenerativa o in caso di palpitazioni e pressione alta dovuta a forte e persistente agitazione.
Spasmi gastrointestinali: L’attività spasmolitica è utile come coadiuvante in caso di spasmi intestinali di origine nervosa, sindrome del colon irritabile, dolore alla colecisti e coliche, gastrite e colite spastica.
All’escolzia vengono attribuite anche azioni benefiche sui disturbi della vescica, come in caso di vescica iperattiva o incontinenza notturna dei bambini (enuresi notturna) ma anche proprietà antibiotiche, antifungine e disinfettanti.
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Si consiglia l’assunzione di 30 gocce mezz’ora prima di coricarsi. L’estratto va assunto all'occorrenza, disciolto in poca acqua e consumato lontano dai pasti. Le quantità sono indicative e variano in base al peso corporeo e alle caratteristiche personali.
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L’azione dell’escolzia può essere associata a quella di altre piante dalle proprietà rilassanti e calmanti; in caso di insonnia lavora bene in sinergia con estratti di valeriana, melissa e camomilla, mentre per contrastare stress e nervosismo si associa a passiflora e biancospino.
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Preparati a base di escolzia sono generalmente controindicati nelle donne in gravidanza (soprattutto nei primi mesi), in allattamento e nei bambini di età inferiore a 12 anni.
Il suo utilizzo è inoltre sconsigliato in caso di malattie cardiocircolatorie come ipotensione o brachicardia, in quanto può ulteriormente abbassare i livelli pressori oppure se si stanno assumendo psicofarmaci, farmaci ipotensivi o cardioattivi, sedativi o tranquillanti. In tutti questi casi l’escolzia può interferire con l’azione di tali medicinali, potenziandone gli effetti collaterali.
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La pianta di Eschscholtzia californica è originaria dello stato della California e del Messico, dove da sempre cresce spontanea soprattutto lungo le coste; proprio per questo fu scoperta dai coloni spagnoli che dalle loro navi vedevano distese di escolzia “illuminare” le colline. Il nome botanico Eschscholzia fu attribuito da Adelbert von Chamisso, un botanico francese che la raccolse per la prima volta e che la dedicò al suo compagno di avventura Johann Friedrich Gustav von Eschscholtz , un naturalista e botanico tedesco che per primo introdusse la pianta in Europa nel 1800.
Prima che arrivasse nel Nuovo Mondo, in realtà l’escolzia era già utilizzata dai nativi americani che usavano consumarla bollita o cotta su pietra, sia a scopo alimentare che terapeutico; in particolare rappresentava un rimedio per alleviare il mal di testa e di denti e per favorire il sonno soprattutto nei bambini.
Curiosità:
- Per celebrare la pianta di escolzia, dal 2010 nello stato della California è stato istituito il “Californian Poppy Day”, che si festeggia il 6 aprile di ogni anno. Durante la celebrazione, le scuole e le istituzioni sono incoraggiate a diffondere informazioni sulla pianta e sui fiori selvatici in generale, promuovendo un comportamento responsabile nei confronti delle specie autoctone.
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L’Eschscholtzia californica appartiene alla famiglia delle Papaveraceae (la stessa del papavero comune) ed è una pianta erbacea annuale con fusti sottili che si sviluppano in cespugli e raggiungono un’altezza di circa 40-50 cm; i fiori sono singoli, molto eleganti, di colore giallo aranciato, tendenti al rosso in alcune varietà, e composti da 4 petali obovati. I semi, piccolissimi, invece sono contenuti nel frutto, rappresentato da un baccello della lunghezza di massimo 5 cm. La pianta, che può essere coltivata in giardini e terrazze come pianta ornamentale, necessita di un clima soleggiato e va tenuta al riparo dalle gelate invernali in quanto teme molto le basse temperature.
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