Santoreggia Fiori e Foglie - Tisana/Infuso
Costituenti chimici: terpeni (carvacrolo, timolo e cimene), pirossidina (vitamina B6), tannini.
Nome famiglia: Labiateae
Parte della pianta utilizzata: fiori e foglie
Conservazione: conservare in luogo fresco ed asciutto.
Utilizzo in breve: uso interno, infusi e tisane con erbe medicamentose; uso esterno, infusi concentrati per applicazioni sul viso e bagni caldi.
Proprietà in breve: antisettica, espettorante, astringente, antinfiammatoria, antispasmodica, carminativa e digestiva.
Controindicazioni in breve: non utilizzare in gravidanza ed in allattamento.
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La Santoreggia è una pianta officinale ed aromatica annuale dalle numerose proprietà medicinali, utilizzata anche in cucina. Nel periodo della fioritura viene raccolta e messa ad essiccare al sole assicurandone il mantenimento dei principi attivi, del sapore e dell’odore. Una volta essiccata viene battuta e setacciata per ottenere una droga pulita.
La Santoreggia quando si sceglie di utilizzarla come erba medicinale vede impiegate le sommità fiorite, per questo essa viene raccolta in estate alla sua fioritura. L’erba è nota per la sua azione antispasmodica e astringente, come stimolatrice dei processi digestivi, capace di un effetto rilassante sul tratto gastrointestinale, per lenire e prevenire il mal di stomaco e le coliche. Agisce contro l’inappetenza, seda i conati di vomito, attiva contro nausea e diarrea, evita la formazioni dei gas intestinali.
Trova applicazione nelle malattie da raffreddamento, per il mal di gola e per sedare la tosse. Depura la pelle grassa ed acneica con un’azione astringente ed antinfiammatoria. Utile come antiparassitario ad uso interno e esterno e per lenire le punture di insetti. Viene utilizzata in cosmetica per la preparazione di creme esfolianti per la pulizia profonda di viso e corpo.
Le foglie ed i fiori trovano impiego in cucina per regalare ai piatti un gusto deciso tendente al piccante. L’uso in cucina è tutt’altro che casuale, nelle ricette della tradizione popolare l’erba essiccata viene utilizzata insieme ai piatti di legumi per le sue proprietà carminative, digestive e per scongiurare l’insorgenza di flatulenza.
La Santoreggia in veste di erba provenzale in cucina rilascia il sapore quando viene bollita insieme al cibo e comunque nelle cotture più intense e lunghe, per il suo gusto dominante, dopo aver dato al cibo attivi e gusto viene rimossa prima di servire le pietanze.
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Il carvacrolo contenuto nella pianta è da stimolo alla funzionalità digestiva e crea le condizioni per evitare gli effetti deleteri di una cattiva digestione. La vitamina B6 agisce sul neurotrasmettitore lenitivo del cervello, realizzando una condizione di rilassamento dallo stress. In dettaglio a seguire le proprietà dell’erba officinale essiccata.
Antisettica: I terpeni agiscono contro i batteri Bacillus cerus (una tossina alimentare) ed E. Coli. Il timolo in particolare esprime nella droga le sue azioni antisettiche e con le capacità antimicotiche agisce nella protezione da infezioni fungine.
Afrodisiaca: La droga stimola l’organismo con un aumento della libido e quindi del desiderio sessuale. Usata sin dai tempi dei greci per questa sua peculiarità di tonico specifico.
Antispastica: La miscela potente e virtuosa di tannini e terpeni rendono la Santoreggia, utile nel contrastare le contrazioni involontarie della muscolatura che portano al dolore allo stomaco ed ai crampi.
Azione digestiva: Il carvacrolo è un alleato per la digestione lenta grazie alla stimolazione della produzione dei succhi gastrici. L’assunzione della tisana aiuta a sedare nausea e vomito, evita la formazione di gas durante il processo digestivo e stimola l’appetito in coloro che sono inappetenti.
Astringente: L’azione dei tannini si realizza nel contrastare la diarrea, ristabilendo la naturale funzione peristaltica dell’organismo. L’applicazione della Santoreggia in soluzione acquosa si esprime in un effetto astringente anche a livello cutaneo, Sulla pelle interviene con la riduzione dei pori dilatati dal sebo. Le pelli impure, grasse ed acneiche che necessitano di riguadagnare uniformità con il restringimento dei pori ne traggono vantaggio. La pelle beneficia dell’attività antisettica della droga capace di rimuovere focolai di impurità dalla superficie cutanea. La penetrazione degli attivi è praticabile anche attraverso di bagni di vapore, con i quali agisce come antisettico, disintossicante e depurativo.
Antinfiammatorio: Agisce sulla gola e per lenire le infiammazioni delle vie respiratorie. Un uso esterno della droga dà sollievo dai dolori articolari. Si consiglia la preparazione impacco da applicare sulla zona dolente per lavorare sull’infiammazione. Aiuta in caso di punture di insetti con un utilizzo topico della droga direttamente sulla cute, per lenire e purificare la pelle nella zona dell’inoculazione.
Rassodante: L’estratto di Santoreggia è un tonificante che regala compattezza alla cute trattata con i suoi estratti, indicati per questo scopo i bagni caldi e quelli di vapore.
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Uso esterno
Infuso di Santoreggia
Dosi: 3-4 gr di Santoreggia, 150- 200 ml di acqua bollente.
Preparazione: Portare ad ebollizione l’acqua e versare sulla droga, lasciare riposare per 10-15 minuti.
Consumare due o tre tazze di infuso al giorno.
Uso esterno
Gli usi possibili e benefici della Santoreggia per applicazioni topiche si realizzano con una soluzione concentrata della droga in acqua.
Infuso per uso topico
Dosi: 20 gr di Santoreggia, 500 ml di acqua.
Preparazione: versare l'acqua calda sulla Santoreggia, coprire e lasciare riposare per 15-20 minuti. Filtrare e applicare sulle zone interessate.
Applicazioni locali: L'estratto si applica sulle zone cutanee con l’ausilio di una garza, dell’ovatta o anche di un panno in fibra naturale, tutti imbevuti nella soluzione.
Bagno caldo: Aggiungere una manciata di droga a due litri di acqua bollente, lasciar scaricare per 20 minuti e aggiungere questo infuso all’acqua calda del bagno. La pratica dell’immersione parziale con pediluvi realizzati con l’estratto concentrato sono analogamente efficaci per l’azione rilassante e calmante alla fine della giornata.
Bagno di vapore al viso: Preparare un'infusione per uso esterno. Avvicinare il viso al vapore e trattenere gli effluvi con un telo posto sulla testa. Terminare la pratica lavando il viso con dell’acqua fredda, per aiutare i pori dilatati a chiudersi ed i vasi capillari a restringersi.
Gargarismi: Per alleviare l’infiammazione della gola arrossata e dolente praticare degli sciacqui del cavo faringeo, utilizzando la preparazione di Santoreggia, lasciata raffreddare prima di usarla.
Per i capelli
Azione sebo regolatrice: Applicare sui capelli l'estratto come da ricetta precedente per purificare e rinforzare il bulbo pilifero, in caso di cute grassa e di capelli altrettanto untuosi.
Azione antiparassitaria: La Santoreggia è attiva anche nella prevenzione della pediculosi. Un risciacquo con estratto alla fine dello shampoo è utile a rendere i capelli ed i cuoio capelluto meno attaccabili dai piccoli parassiti quali sono i pidocchi, nelle loro cicliche ondate di infestazione nelle scuole e nei luoghi di incontro collettivi. Utile anche una soluzione spray per rinforzare la protezione tra uno shampoo ed il successivo, di cui si fornisce una ricetta nella sezione dedicata.
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Spray antipediculosi
- 100 ml di infuso concentrato di Santoreggia
- 50 ml di aceto di mele o aceto di alcool (inodore)
- 30 gocce di Tea tree oil
Inserire in un flacone con erogatore spray e spruzzare la miscela sui capelli e sul bavero dei cappotti di adulti e bambini prima di uscire di casa.
La Santoreggia è in sinergia con:
- foglie di Maggiorana, foglie di Menta e radice di Cicoria per combattere l’astenia e dare aiuto nella digestione lenta e difficile;
- radice di Angelica, corteccia di gambo di Mango per astringere in caso di diarrea e per le parassitosi;
- radice di Echinacea, foglie di Ginkgo e foglie di Piantaggine per i disturbi delle vie respiratorie, bronchiti ed asma.
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Non utilizzare in gravidanza ed in allattamento.
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Il nome della pianta probabilmente deriva dal greco sàtyros o dal latino satura, il satiro o la satira, per la sua reputazione di pianta afrodisiaca, che le è valsa anche l’appellativo di erba del satiro. Greci e latini la conoscevano bene, i primi la utilizzavano nei banchetti in onore del dio del vino, Dionisio, come attivatrice della libido, i secondi la usavano come spezia per la cottura di cibi grassi e corposi. Bisognerà attendere lo sviluppo dell’erboristeria nel medioevo perché la pianta iniziasse ad essere utilizzata per le sue proprietà curative.
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Pianta erbacea annuale, è originaria del bacino Mediterraneo e dell’Asia sud-occidentale. Cresce spontaneamente ed è facile ritrovarne esemplari in terreni incolti.
Si distingue dalle altre specie come Santoreggia dei giardini e si sviluppa in vari fusti eretti, dalle numerose ramificazioni. Le foglie sono opposte e lanceolate, i fiori di un rosa pallido o bianchi, raccolti in infiorescenze. La fioritura avviene in estate.
I fiori che hanno un piacevole profumo per gli uomini sembra emanino delle note molto sgradevoli per gli insetti che si allontanano dalla pianta e dai luoghi in cui essa è piantata.
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Satureja hortensis