Indigo Zen Henné Nero Range
Nome famiglia: Leguminose
Aspetto: polvere sottile
Colore: da verde a marrone
Utilizzo in breve: mescolare con acqua calda e unire ad hennè o altre erbe tintorie, a seconda del colore desiderato
Proprietà in breve: scurisce i capelli permettendo di ottenere tonalità diverse, dal nero corvino a riflessi blu o viola; ha proprietà sebo riequilibranti e purificanti
Controindicazioni in breve: effettuare un test cutaneo per escludere la presenza di allergie o ipersensibilità al prodotto; non usare in caso di favismo.
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La polvere di indigo viene ricavata dalle foglie di Indigòfera tinctòria, una pianta subarbustiva perenne alta circa 1-1,5 metri, appartenente alla famiglia delle Leguminosae.
Si mostra come una polvere molto sottile di colore verde o tendente al marrone (a seconda della zona di provenienza) che una volta mescolata con acqua permette di ottenere una pasta liscia ed omogenea, molto facile da stendere.
L’indigo è un’erba tintoria da secoli utilizzata per la colorazione naturale dei tessuti e che si è dimostrata molto efficace anche per tingere i capelli, donando loro una tonalità di colore molto scura.
Il suo utilizzo è infatti consigliato a chi vuole scurire i capelli, o intensificare i riflessi neri, in modo naturale e senza il ricorso a tinte chimiche o a miscele che contengono picramato o coloranti di sintesi.
Anche se viene spesso definito hennè nero, non si tratta di vero e proprio hennè in quanto viene ricavato da una pianta differente; proprio come l’hennè però, permette di tingere i capelli e coprire i bianchi, andando allo stesso tempo a lucidarli e rinforzarli.
Per quanto riguarda la colorazione che è possibile ottenere tramite l’utilizzo di indigo questa va da un nero intenso a possibili riflessi blu, anche se il risultato dipenderà molto dal tipo di capello e dal colore di base.
Ad ogni modo bisogna ricordare che l’indigo da solo non copre i capelli bianchi e per questo bisognerà prima tingerli con un passaggio di hennè puro (Lawsonia Inermis).
Usato insieme all’hennè si potranno ottenere così colorazioni diverse che vanno dal castano chiaro al rosso mogano dal violaceo al nero/blu, in base alle percentuali utilizzate.
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L’indigo viene principalmente utilizzato per donare tonalità più scure ai capelli e per coprire i bianchi (dopo aver usato l’hennè).
Aggiunto in percentuali diverse all’hennè o alle miscele naturali già pronte, permette di scurirne i toni ed ottenere sfumature di rosso differenti, a seconda delle dosi usate; applicato sui capelli già scuri, neri o castano scuro, consente invece di intensificare il nero e di poter ottenere attraverso più applicazioni costanti anche dei riflessi blu. Se si vuole usare sui capelli chiari, decolorati o biondi, è necessario effettuare prima un passaggio di puro hennè in quanto applicato direttamente dona tonalità verdastre.
Oltre ad essere una polvere tintoria del tutto naturale, non bisogna trascurare i benefici che apporta ai capelli. Si tratta infatti di una polvere dall’azione sebo riequilibrante, ottima per trattare la cute grassa o con forfora; permette inoltre di donare corpo ai capelli fini e sfibrati, di rinforzarli e di renderli decisamente più lucidi.
Ha inoltre proprietà antibatteriche ed antifungine, utili per purificare la cute e consentire una crescita dei capelli più sana.
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Preparazione
Per preparare la polvere di indigo basta mescolarla con acqua calda (non bollente!) al fine di ottenere una pasta liscia come lo yogurt e priva di grumi.
Al composto NON vanno aggiunte sostanze acide come limone, yogurt o aceto in quanto queste ostacoleranno il rilascio del colore. Si possono però aggiungere ingredienti basici come bicarbonato (1 cucchiaino per 100 g) o un pizzico di sale che potrebbe aiutare a fissare meglio il colore.
Una volta mescolato con acqua, l’indigo rilascia immediatamente il pigmento tintorio e per questo che va applicato subito dopo la preparazione, SENZA farlo ossidare.
Per quanto riguarda la sua applicazione, trattandosi di un’erba tintoria, bisogna indossare i guanti e coprirsi con una mantellina per evitare di tingere le mani o macchiare gli indumenti.
Applicare dunque il composto sui capelli o solo sulla ricrescita ed avvolgerli con una pellicola per alimenti, lasciandolo agire per un tempo variabile, a seconda della mix creato, ricordando che il potere tintorio dell’indigo si esaurisce in 2-3 ore.
Successivamente procedere al lavaggio solo con acqua.
Copertura dei bianchi
Per ottenere dei risultati efficaci con l’indigo bisogna fare 2 applicazioni, una seguita all’altra. Quindi dalla prima alla seconda applicazione non devono passare più di 24 ore.
- Prima applicazione: applicare soltanto henné puro, tingendo i capelli bianchi di un rosso ramato/rosso freddo. Il tempo di posa può variare dai 30 ai 60 minuti.
- Seconda applicazione: applicare l’indigo mescolato ad una minore percentuale di hennè (a seconda del tono che si vuole ottenere) ed eventualmente ad altre erbe tintorie. Questo permetterà di scurire i capelli portandoli ad un colore più vicino al castano, molto dipenderà anche dal colore naturale. Il tempo di posa è di 2-3 ore, a seconda del colore desiderato.
Nella seconda applicazione le percentuali di hennè da aggiungere possono variare dal 20% al 50% a seconda della tonalità di colore che desidera.
Il colore potrà andare da un mogano ad un castano scuro.
Altri capelli
Se non si hanno capelli bianchi da coprire, si potrebbe effettuare un’unica applicazione usando l’indigo mescolato con hennè rosso puro e aggiungendo eventualmente altre erbe tintorie come katam, alcanna, ibisco o mallo di noce, a seconda della tonalità desiderata.
Anche in questo caso si potranno ottenere tonalità dal castano chiaro ad un castano scuro, riflessi mogano o violacei, in base al colore di partenza e alle percentuali utilizzate.
Si ricorda che l’indigo usato da solo non si lega bene al capello per cui tenderà a scaricare molto già al primo lavaggio; per questo motivo è consigliato fare un primo passaggio di hennè (la Lawsonia Inermis si lega molto bene alla cheratina del capello) o comunque utilizzarne nel composto una minima percentuale.
Per ottenere riflessi blu tramite l’utilizzo dell’indigo è necessario fare più applicazioni ravvicinate per i primi tempi; naturalmente anche un questo caso il risultato è sempre soggettivo e dipende dal colore di base dei propri capelli. In caso di capelli già scuri sarà infatti più facile arrivare ad una tonalità nero/blu ed in meno tempo.
Anche in questo caso è comunque preferibile avere già una base di hennè stratificata oppure effettuare una prima applicazione di sola lawsonia pura e poi procedere con un secondo passaggio di indigo e una piccola percentuale di hennè.
Inoltre, una volta stratificato bene, l’indigo sarà difficile da far scaricare; si dovranno anche evitare decolorazioni che renderanno i capelli tendenzialmente verdi.
N.B. si consiglia di fare sempre una prova su una ciocca di capelli nascosta per verificare il tipo di colorazione che si ottiene in quanto i risultati sono molto variabili e soggettivi.
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Come detto è preferibile associare all’indigo anche una percentuale variabile di hennè, che oltre a rendere i capelli più lucidi e corposi, aiuterà a fissare e mantenere il colore.
Nel composto possono essere aggiunte anche altre erbe tintorie come Mallo di noce, Alcanna, Ibisco, Legno di campeggio, Robbia o Katam, in base alla tonalità che si vuole ottenere.
- per fissare meglio il colore: si può aggiungere al composto anche una minima percentuale di sidr (intorno al 15%) preparato a parte.
- Per ottenere toni castani: se non si vogliono scurire troppo i capelli con l’uso dell’indigo, ma ottenere tonalità castane, si consiglia di aggiungere al composto non solo l’hennè ma anche una minima percentuale di Cassia, per “diluire” il colore.
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Per escludere eventuali allergie o ipersensibilità al prodotto, si consiglia di testarlo prima sulla pelle in modo da verificarne la tollerabilità. In caso di rossori, irritazioni ed eruzioni cutanee è bene evitarne l’applicazione sui capelli.
L’utilizzo dell’indigo è sconsigliato ai soggetti affetti da favismo in quanto può causare crisi emolitiche.
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L’indigofera tinctoria è una pianta che da secoli è utilizzata per la colorazione delle fibre naturali; già nel 2000 a.C veniva impiegata dalle antiche popolazioni asiatiche per tingere gli indumenti e dagli Egizi per la colorazione della lana (come riportato su una tavoletta babilonese fatta risalire al VII secolo a.C.).
In Europa, invece, l’indigo veniva principalmente utilizzato in campo cosmetico o per la preparazione di pigmenti coloranti destinati alla pittura in quanto la colorazione utilizzata per i tessuti era principalmente il guado (Isatis tinctoria). Fu Marco Polo, nel 13° secolo, ad introdurre la ricetta orientale per tingere con l’indigofera, facendo conoscere così questa nuova tecnica anche ai paesi occidentali; con il passare del tempo l’utilizzo del guado fu quasi del tutto abbandonato in quanto l’impiego dell’indigo si dimostrò economicamente più conveniente.
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L’indigofera tinctoria è una pianta di origine tropicale che si adatta molto bene ai climi caldi, sviluppandosi prevalentemente in Africa, Oceania, Sud est-asiatico e nei Caraibi.
Le sue origini sono incerte in quanto si tratta di una arbusto coltivato da secoli in gran parte del mondo e la cui diffusione, nel tempo, si è estesa anche alle Americhe e alla Cina.
La pianta di indigo può raggiungere circa 2 metri di altezza ed è caratterizzata da foglie di colore verde chiaro, pennate; i fiori sono invece di una tonalità che va dal rosa al viola e sono raggruppati in spighe.
I frutti sono dei lunghi legumi di colore marrone/rossastro che all’interno presentano piccoli semi bruni. Il principio tintorio, ovvero l’indicano, è contenuto nelle foglie che vengono immerse in acqua, fatte fermentare e lavorate attraverso un lungo processo per ottenere il colorante indaco.
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Indigofera tinctoria 100%